lunedì 13 agosto 2012

Recensione n.8: "La Carne" di Richard Laymon.


Titolo originale: "Flesh"

Prima edizione italiana: 1993

Pagine: 368

Introduzione

"La Carne" è il secondo romanzo di Laymon che leggo e devo dire che questo autore mi piace sempre di più; il libro infatti è un horror puramente classico, con una trama avvincente, personaggi ben definiti e un'elevata dose di scene splatter, cui va aggiunta l'ottima scrittura dell'autore, anche qui molto veloce e scorrevole come ne "La Bara". E' veramente un peccato che in Italia non abbiano tradotto tutte le sue opere (e non sono poche), ma sicuramente va letto da tutti gli appassionati del genere, anche in lingua originale se necessario.

Trama

Celia Jameson, studentessa del college di Clinton, viene quasi investita da un furgone; tuttavia la ragazza riesce a scansarlo e il veicolo va a sbattere, prendendo fuoco e causando la morte del conducente. Jake Corey, lo sceriffo locale, rinviene delle tracce di sangue vicino al luogo dell' incidente e subito pensa a un secondo passeggero, riuscito a sfuggire al rogo e cerca di seguirne le tracce.
Da quel momento nella città comincia una serie di delitti, resi strani dalle autopsie effettuate su alcuni cadaveri, i quali presentano delle inspiegabili ferite lungo la spina dorsale; lo sceriffo scopre così che il conducente di quel furgone portava con sé una misteriosa creatura, in grado di penetrare nel corpo umano e di causare istinti omicidi e cannibali nell'ospite. Jake cerca di scoprire in chi si nasconda la creatura, per stanarla e distruggerla.

Considerazioni

Richard Laymon in questo libro riesce ad amalgamare perfettamente due elementi importanti in un horror: la tensione e le scene splatter, unite a una location (perdonate l'inglesismo) davvero eccezionale: l'Oakwood Inn; questo è il nome del ristorante in cui si rifugia la creatura e in cui, grazie a una serie di fortunate coincidenze, riesce a trovare un nuovo corpo da invadere. Tutte le scene che avvengono al suo interno riescono a trasmettere un'elevata dose di tensione, cosa non sempre scontata in un libro.
Come ho già detto i momenti "Gore" non mancano e vengono descritti magistralmente dall'autore, che certamente non risparmia i dettagli più macabri,  senza mai risultare eccessivamente prolisso.
I personaggi sono ben delineati e mai sopra le righe o comunque poco credibili, elemento che aiuta il lettore a immedesimarsi nella trama senza alcuna difficoltà, ed è interessante notare il cambiamento che avviene nelle menti di alcuni di loro dopo che entrano in contatto con la creatura. Quest'ultima è, ovviamente, il vero protagonista del libro, e viene descritta alla perfezione, sia nell'aspetto che nel modo di agire.
Posso dire che l'elemento che più mi ha infastidito è il lieto fine, presente anche ne "La Bara"; secondo la mia personalissima opinione, un horror non dovrebbe mai finire troppo bene. Consiglio comunque il libro a chiunque sia in cerca di un buon horror non troppo impegnativo, ma che sappia regalare momenti di tensione notevoli.
Purtroppo Laymon non è molto conosciuto in Italia, quindi non sarà troppo facile da trovare, ma sicuramente vale la pena di faticare un po'.

Voto finale: 8,5/10


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